Le alternative amorose del maschio eterosessuale



Per un uomo trovare la quadra in amore è molto difficile. Il problema riguarda la totalità degli uomini o quasi. Eppure il tema non viene mai affrontato con metodo e serietà come meriterebbe. E lo meriterebbe perché è in gioco la serenità degli uomini e delle donne e la stabilità delle famiglie. Vediamo qui quali sono le opzioni possibili e alcuni dei loro pro e contro.


Nella generalità dei casi, un uomo giovane e sano ha un desiderio forte, frequente e insistente di fare sesso. Le spinta interiore a fare sesso si genera internamente, ma viene anche suscitata dalla vista o dall’interazione con donne (per semplicità non parliamo qui di omosessualità) più o meno simpatiche e/o attraenti. 


Accanto al desiderio sessuale, un uomo giovane e sano, per sentirsi sicuro, ha bisogno di amicizia, affetto, solidarietà, comprensione, calore, costanza, ciò che si può avere solo all’interno di una relazione stabile e relativamente lunga basata sulla conoscenza reciproca, l’accettazione, la lealtà, la sincerità. 


Mentre normalmente, da quando le coppie si uniscono per amore romantico, si cercano le due cose all’interno della coppia amorosa - sia l’appagamento sessuale sia la sicurezza - purtroppo il maschio, e meno spesso la femmina, si abitua al piacere dato dal rapporto sessuale con la medesima partner. Come ha scritto iperbolicamente Arthur Schopenauer nella Metafisica dell’amore sessuale, agli occhi dell’uomo che ha posseduto la donna che ama, qualunque altra sembra più attraente. 


Così ogni uomo si trova a dover gestire due spinte contrapposte: l’amore sincero e ricambiato verso una donna (nella migliore delle ipotesi!) - con l’impegno alla fedeltà che ne consegue - e l’impulso animale a fecondare il maggior numero di donne possibile. Per dirla con Schopenauer, qui sono in gioco l’istinto all’autoconservazione, che porterebbe alla fedeltà, e la pulsione a procreare il maggior numero possibile di figli, che è nell’interesse della specie, ma non dell’individuo. 


Così, in un uomo impegnato e fedele, le vicende inconsce e ineludibili della libido fanno sì, che dopo che lui abbia “scelto” una donna come sua unica partner e averla frequentata con regolarità e avere fatto sesso ripetutamente con lei, questa donna perda il suo fascino. E che parallelamente aumenti l’interesse e l’attrazione verso altre donne. La perdita di fascino della compagna si manifesta in vari modi, non sempre immediatamente riconducibili in modo chiaro a quella che è la causa, ovvero l’abituazione sessuale che è un aspetto del funzionamento della libido o amore sessuale.



Le alternative


Questa situazione pone il maschio davanti a un dilemma che ha almeno un risvolto egoistico e un risvolto etico, i quali in effetti si intrecciano tra loro. Egli ha davanti a sé varie alternative possibili, nessuna delle quali è esente da dolori, rinunce, lacerazioni interiori. Tutte per contro sono accompagnate a gioie di vario tipo. 



1. Monogamia restrittiva


Rinuncio a tutte le altre donne ed evito di frequentarle, restando fedele a questa e accontentandomi della soddisfazione che posso avere da lei - e che comunque ha un andamento altalenante perché la libido in genere tornerà di tanto in tanto a investire la compagna rendendola di nuovo interessante e attraente.



2. Monogamia rilassata


Cerco di tenere questa donna come compagna e al contempo cerco di assecondare il mio interesse per le altre donne e le frequento, mantenendomi però entro certi confini, che escludono il rapporto sessuale. Ciò può essere fatto nascondendo la frequentazione di altre donne completamente o in parte, oppure informando liberamente la compagna. Questa strategia è rischiosa nella misura in cui suscita paura o l'intero complesso della gelosia nella compagna; ma può essere un buon compromesso tra rischi e benefici. La coscienza del maschio potrebbe essere a posto, se riesce a mantenersi nei limiti imposti dalla sua morale e dalla sua compagna.



3. L’amante 


Cerco di tenere questa donna come compagna e al contempo cerco di assecondare il mio interesse per le altre donne e le frequento e ci vado anche a letto. Si tratta di avere un’amante. Anche questo può essere fatto nascondendo la frequentazione di altre donne completamente o in parte. Qui sorgono diversi problemi, tra cui:


a) il problema del senso di colpa
b) il problema dello stress connesso alla menzogna, per esempio per la paura di essere scoperti e il sovraccarico mentale connesso alla necessità di non cadere in contraddizione
c) il “superlavoro” connesso all’eventuale dedizione a più donne, con le loro richieste
d) il problema della confusione che si crea dentro di sé quando si è costretti a mentire sistematicamente, confusione sui propri veri sentimenti, sulla strada da seguire in futuro (con l’una? Con l’altra? Con una terza? Solo la terza o tutte e tre?). Può diventare un problema identitario - e secondo qualche autore fondamentalmente lo è, malgrado le baggianate che circolano ampiamente oggi sull’amore.
e) il problema della gelosia, che può manifestarsi sia nel caso in cui si cerchi di tenere nascosta la poligamia, sia decisamente molto più grave nel caso in cui la si confessi. La gelosia è un problema sia in sé - perché non si vorrebbe “far soffrire” la persona amata - sia per le conseguenze che comporta, specialmente quelle di tipo vendicativo. Il problema della gelosia può essere doppio, quando l’uomo si trova sotto il fuoco incrociato di due donne.
f) il problema delle pressioni subite da due donne, che potrebbero fare richieste sempre maggiori
g) il problema della perdita: l’uomo non vuole perdere la compagna, perché le vuole bene e lei vuole bene a lui. Lei gli è necessaria - anche se lui di questo può non esserne del tutto consapevole. Se la ferisce troppo, lei se ne potrebbe andare.

C’è poi un altro problema. O per meglio dire, il problema di partenza non è comunque risolto: ci si abituerà anche alla seconda donna. Probabilmente l’abituazione sarà più lenta se la frequentazione sarà tutto sommato meno intensa della frequentazione della compagna. Ma ci sarà. E ci si ritroverà davanti ai dilemmi che sto elencando davanti a due donne. 



4. Varie amanti


Una soluzione che potrebbe a questo punto venire in mente all’uomo in partenza impegnato e fedele potrebbe essere quella di avere varie amanti oltre alla compagna fissa. Ci sono persone che seguono questa strada. 


A questo livello i rapporti diventano molto superficiali e caotici. I sensi di colpa e la confusione mentale ed esistenziale raggiungono livelli stratosferici. Gli incontri con le ulteriori partner non potranno che essere brevi e sporadici, con ciò che ne consegue sul piano della soddisfazione sessuale, la quale dipende dalla conoscenza perlomeno dei gusti sessuali del partner. Tale conoscenza non c’è, ergo i rapporti sono deludenti. Tanta fatica e tanto pericolo senza avere un guadagno. Eppure sarebbe proprio questo che la natura vuole dagli uomini! (Perlomeno secondo gli psicologi evoluzionisti e filosofi come Schopenhauer, forse anche Freud…). Questo è cedere alla propria natura animale senza pretendere minimamente di disciplinarla in una vita civile e moralmente ordinata. Nella soluzione delle "vari amanti" oltre alla compagna, rientrano anche lo scambio di coppia e il triangolo amoroso. 


Lo scambio di coppia è un tentativo di essere equi: l’uomo  della coppia (più spesso che la donna) non riesce a rinunciare al sesso con altre donne e propone alla compagna di non rinunciare neppure lei ad altri uomini. Forse vuole essere equo e trasparente con lei e così è disposto a correre questo rischio. Inizialmente ci si può limitare a fare sesso davanti a un guardone, un voyeurista. Forse lei non lo eccita più da tanto tempo e quindi l’altro, che la possederebbe, non entrerebbe in competizione con lui sotto questo profilo. Magari invece l’unione con lei non si basa più sul sesso, o non si è mai basata sul sesso. Oppure lui non è mai andato oltre una relazione finalizzata al sesso, nel senso che non è in grado di comprendere gli aspetti psicologici della relazione. La donna della coppia (più spesso che l’uomo) si presta allo scambio, in genere prevalentemente per accontentare lui, con la speranza di non perderlo. Per mettere a tacere il presagio delle possibili conseguenze, il triste giudizio implicito sullo stato della propria relazione amorosa, la gelosia e i normali sentimenti di imbarazzo, vergogna e paura che possono insorgere quando ci si accinge a fare sesso davanti a estranei o con estranei, ci si aiuta spesso con alcol e altre droghe. Tra gli svantaggi di questa soluzione, oltre a quelli gli accennati sopra, c’è per esempio il fatto che “l’asimmetria può poi presentare conti salati sul fronte della relazione di coppia. La donna 'non del tutto convinta' potrebbe sentirsi usata e/o abusata. Oppure, lei o lui potrebbero entusiasmarsi del nuovo partner. Questo può attivare gelosie di intensità non prevedibile, aggressività o innamoramenti a forte componente fisica, fino al punto da lasciare il/la compagno/a storici” (https://www.alessandragraziottin.it/it/articoli.php/Scambismo-quali-rischi-si-corrono-?EW_FATHER=16975&ART_TYPE=AOGGI). 


La gelosia potrebbe rinnovare il desiderio sessuale verso la propria compagna, e in questo caso l’atto sessuale con la compagna “violata” - la quale con il darsi ad altri ha “rivelato” il proprio desiderio (se non, più propriamente, "simulato") - si carica fortemente della valenza del possesso, della dominanza/sottomissione sessuale e del disprezzo.


Una variante altrettanto trasparente, ma meno equa, consiste nel fare sesso in tre. La variante meno equa di tutte è quella della coppia 100% etero che accetta una terza persona. Questa terza persona in genere è voluta dall’uomo e si tratta ovviamente di una donna.  La variante un po’ più equa è quella in cui il membro della coppia "costretto ad accettare" la terza persona del suo stesso sesso è bisessuale. Gli svantaggi di questa soluzione sono grossomodo quelli elencati sopra. Essendo la soluzione meno equa, la persona meno convinta di percorrere questa strada avrà subíto pressioni più o meno esplicite e presenterà più o meno consciamente il conto al proprio partner fisso, per esempio perdendo stima e amore per lui o provando sentimenti di ansia e/o rancore. 



5. L’astinenza sessuale


L’uomo impegnato e fedele può pensare di diventare una specie di asceta e rinunciare a qualsiasi rapporto sessuale, per non rischiare di fare male a qualcuno. A se stesso, vedendo rovinarsi il rapporto con la compagna o subendone l’abbandono. Alla compagna, infliggendole il tradimento e la pena del calo della sua desiderabilità. Il primo difetto di questa soluzione è che a differenza delle altre non comprende il piacere del rapporto amoroso e sessuale compiuto con un’altra persona. Si può sperare di riuscire con il tempo a fare il callo all’astinenza dai rapporti sessuali. È una scelta che ha sicuramente dei vantaggi. Permette di conservare una sorta di libertà, compatibile con un’amore di altro tipo che può essere condiviso con tante persone. Tuttavia è molto, molto difficile cercare di arginare la pulsione sessuale, e spesso non ci riescono neppure i sacerdoti. Inoltre la rinuncia potrebbe ripercuotersi negativamente sulla salute fisica e mentale e sullo stesso desiderio di vivere.



6. Il sesso a pagamento


Quale che sia la strada intrapresa fra quelle prospettate fin qui, le prostitute danno la possibilità di avere rapporti sessuali. Tuttavia pare che spesso i rapporti sessuali con una prostituta non siano molto soddisfacenti per vari motivi. Ovviamente in genere la prostituta non stima il cliente, non lo ama, non si prede cura di lui. Finge il piacere, e di riflesso l’atto sessuale diventa meccanico, perde alcuni dei suoi lati più interessanti. Al di là dell’aspetto provocante, la prostituta potrebbe non piacere veramente al cliente come persona. Si arriva in genere troppo velocemente all’atto sessuale e questo può provocare imbarazzo. C’è il timore delle malattie sessualmente trasmissibili, che, nonostante le precauzioni, potrebbe inibire. C’è l’idea che questa donna poco prima è stata con qualcun altro e poco dopo andrà con un altro ancora e questo per qualcuno non è tanto eccitante. Mancando la conoscenza reciproca, alla qualità del rapporto sessuale potrebbe mancare qualcosa di importante. Resta poi il problema del tradimento della persona amata, anche se, non essendoci coinvolgimento affettivo, o essendo questo limitato, il senso di colpa potrebbe essere più circoscritto. Occorre tenere un segreto, anche se si tratta di poca roba.



7. Poliamore e coppia aperta


Oggi viene vagheggiata l’idea del poliamore e/o della coppia aperta. “Sono attratto da altre, perché rinunciare? È come mangiare il centro della pizza e gettare via il bordo; posso prendere il meglio, perché non farlo?” Per essere politically correct, si dice di essere disposti a concedere la medesima libertà all’eventuale compagna. In questo modo si trascura il fatto che ci si sentirà soli e incerti (in sintesi, angosciati) perché non si potrà contare sulla presenza di nessuno. Che cosa garantisce che l’eventuale compagna non si innamori del suo prossimo partner occasionale? Ci si illude sulla qualità dei rapporti sessuali occasionali. Ci si illude di poter avere il piacere separandolo dalla fatica, dal dolore, dall’impegno, dalla paura, dalla riflessione. Si ignora il fatto che ognuno ha bisogno di essere amato, di essere necessario a qualcuno, di essere rassicurato e aiutato a dare un senso agli eventi della propria vita. 


I rapporti di questo tipo rivelano subito la loro illusorietà, ma pare che le persone coinvolte non abbiano gli strumenti per opporsi a ciò che in definitiva è solo uno spot pubblicitario, una promessa menzognera. Ignorano la natura dell’amore. Ignorano i propri sentimenti, non sanno decifrarli, non li sanno legittimare; non hanno gli strumenti concettuali ed emotivi per districarsi in questa complessa problematica. Se in tutto il mondo Homo Sapiens ha inventato istituzioni come la famiglia e il matrimonio è perché ha già sperimentato i limiti e i problemi dell’orda primaria. Il poliamore è incompatibile con la procreazione e la famiglia. Non può esserci procreazione senza collaborazione e solidarietà tra i protagonisti della procreazione, e questa collaborazione è la famiglia. Il poliamore è una fantasia per giovani senza futuro e per persone che hanno già assolto la propria funzione riproduttiva. È per ingenui che abboccano all’illusione della libertà e del piacere assoluti, il cui perseguimento porta inevitabilmente a sentirsi naufraghi nello spazio siderale. 



Aldo Carotenuto (Il gioco delle passioni, Bompiani, Milano, 2013) afferma che “è fondamentale continuare ad avere fiducia nelle relazioni interpersonali […] non dovremmo mai dimenticare che se esiste un ‘segreto della felicità’ questo è racchiuso nel rapporto con l’Altro” (p. 20). E più sotto: “Mi piacerebbe poter rinfrancare coloro che inseguono il sogno di un amore a lieto fine […] ma purtroppo l’esperienza mi ha convinto che la felicità non appartiene all’amore, se non come sua espressione fugace e tenacemente contrastata dalla realtà” (p. 28). 


La relazione con l’altro ci porta inevitabilmente a toccarne i limiti e a riportarci alla fondamentale solitudine di ogni essere umano. Per quanto si possa essere coscienti delle trappole del desiderio, della passione e dell’amore, che non mantengono mai quello che promettono, è pressoché impossibile non cedere a queste lusinghe, che tormentano anche i monaci e gli asceti. Qualcuno commette sempre gli stessi errori, come una mosca che cerca di passare attraverso il vetro di una finestra chiusa. Qualcuno prova a sbagliare perlomeno in modo diverso (come ha scritto il mio amico Riccardo Infante, filosofo e poeta, “Occorre fare tanti piccoli errori prima di arrivare a compiere una scelta veramente sbagliata”). Qualcuno cerca di distrarsi in modi più o meno drastici perseguendo piaceri sostitutivi – fino all’estremo delle droghe. Qualcuno rinuncia alla vita stessa in una chiusura depressiva o con un suicidio vero e proprio.


Ognuno dovrebbe cercare di trovare la propria via, che non può che essere personale dato che ognuno ha la propria dotazione fisica e istintuale, il proprio carattere, la propria storia, il proprio ambiente, i propri valori. Ma di certo strade facili non ne esistono e ogni vita richiede cambiamenti di rotta durante il percorso.  


A chi ha scelto il percorso della monogamia consiglio la lettura del mio libro D’amore e d’accordo. Guida psicologica per la vita di coppia che continua ad aiutare centinaia di persone a trovare la propria strada tra le difficoltà connesse a una scelta consapevole di amore e rispetto per sé e per l'altro.



(c) Gabriele Lo Iacono



www.gabrieleloiacono.it