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Ma l'ho detto io? Veramente?

L’ascolto da parte di un'altra persona, in modo simile alla scrittura del diario o alla descrizione dei propri pensieri e sentimenti più profondi (alla maniera suggerita, per es.,  da J. Pennebaker, Scrivi cosa ti dice il cuore , Erickson), permette di costruire un nuovo livello di consapevolezza.  Essere ascoltati dà la possibilità di scoprire che cosa si pensa. Dà la possibilità di unire in un racconto coeso, o perlomeno in frasi, quelli che erano fino a quel momento pensieri sparsi, impressioni.  Non di rado dopo avere detto una cosa mai confidata a nessuno ci si stupisce di ciò che si è detto. Ci si stupisce di pensare ciò che si pensa e di provare ciò che si prova. Questo è segno che quei pensieri, pur essendo propri, sono organizzati ora in una forma nuova . Ora si possono avere dei pensieri intorno a quei pensieri (che tra l’altro in questo processo si sono chiariti  o perlomeno hanno preso una forma più definita di prima, una forma tra le varie possibili). Quindi quei pensi
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La noia e la paura della novità

La paura e lo stress possono indurre a ricercare la quiete. La casa in un certo senso è il simbolo di questa calma ristoratrice. Quando si chiude la porta di casa, si stacca il telefono e si decide di non rispondere a nessuno, ci si chiude in un guscio protettivo. Il massimo è chiudere anche le serrande. Il buono è tutto dentro, la fatica e la sofferenza restano chiusi fuori, con le luci, le parole, il movimento, gli impegni e i rumori. In casa tutto è fermo e silenzioso, tutto è noto e benigno. C’è l’ambiente ideale per ristorarsi: cibo da mangiare, un letto morbido dove accoccolarsi. Si può seguire il filo dei propri pensieri, analizzare ciò che all’esterno ci ha travolto. Si può iniziare un libro e richiuderlo, accendere la TV e cambiare canale, se gli stimoli diventano eccessivi. Per questo il vicino rumoroso diventa un mostro.  Anche la routine ha questo effetto riposante. I rituali e le azioni che si ripetono quotidianamente allo stesso modo creano un mondo prevedibile in cui n

Il peggiore, dico, IL PEGGIORE di tutti i mali

Ho paura delle guerra. Provo pena e orrore per tutti coloro che sono costretti ad allontanarsi dalle loro case, dal posto in cui vivono, dal lavoro, dagli amici, dai parenti, dalle abitudini rassicuranti per rifugiarsi in posti sconosciuti, in mezzo a mille privazioni, incertezze, difficoltà, nel dolore, nella rabbia, nella nostalgia. Persone che quando torneranno nella loro terra - se e quando lo potranno fare - non la riconosceranno più. Probabilmente vivranno nella povertà, nella fatica, nel dolore, nel lutto, nella rabbia, nel risentimento. Qualcuno troverà insopportabile tutto questo e si lascerà morire o si ammazzerà. Qualcuno si vendicherà come potrà. Provo ancora più pena e orrore per coloro che non hanno neppure questa possibilità e che restano sotto le bombe o alla mercé dei soldati invasori. Con loro non posso neppure immedesimarmi, è troppo doloroso, è sconvolgente pensare al terrore, al dolore fisico, alle menomazioni, alle eventuali crudeltà e torture, alla morte. Per

Che fine ha fatto la mia città?

Ogni volta che si rinnova un ambiente urbano, c’è lo stupore e il desiderio conoscere e utilizzare le nuove opportunità. Ma la trasformazione di un ambiente a cui si è attaccati affettivamente possono essere vissute anche con senso di nostalgia, come la perdita di qualcosa che ci appartiene.  I cambiamenti di una città vengono vissuti in modo diverso dalle persone che li vedono accadere gradualmente e da quelle che li percepiscono improvvisamente. Chi vive in una città e la vede trasformarsi poco alla volta avrà tutto il tempo per crearsi nuove routine fatte di azioni, incontri e frequentazioni. Darà di giorno in giorno i suoi giudizi estetici e funzionali sulle novità urbanistiche. Valuterà se il denaro della collettività è stato speso nel modo migliore, se l’innovazione comporta dei vantaggi per sé o per altri, cosa si guadagna e cosa si perde. Costruirà i suoi giudizi insieme alle altre persone che hanno voluto o hanno subito il cambiamento. Comunque, in definitiva, la novità nel g

Viva le relazioni! Purché siano reversibili…

Oggi, secondo il sociologo Zygmunt Bauman (Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi, Laterza, 2005), ci si trova di fronte a un paradosso: da un lato si cerca la sicurezza e il conforto del rapporto con gli altri, ci si sente ansiosi di "instaurare relazioni"; dall'altro si ha paura di restare impigliati in legami stabili, per non dire definitivi, perché non si è più disposti né capaci di affrontare le inevitabili tensioni e gli oneri connessi a un qualsiasi rapporto di lunga durata.  Cosa spinge un uomo e una donna a ricercare un amore temporaneo, da consumare senza troppi doveri o responsabilità? Il bisogno di relazioni Il bisogno di relazioni è particolarmente forte nella nostra società perché l'uomo moderno è solo e insicuro. Il mondo intero si trasforma in continuazione e così rapidamente che spesso ci troviamo spaesati. Si crede di meno alla razionalità e alla scienza e ci si rifugia nella magia. A fianco delle tradizionali religioni occidentali stann

Aforismi sul lato oscuro dell'amore

Nella coppia la persona più consapevole e coscienziosa è svantaggiata rispetto al partner. Essa prima è divisa: accanto alla motivazione ad affermarsi (la sua volontà) ha una coscienza che le si contrappone, dicendo: “Non è giusto essere egoisti!". Il partner si allea con la sua coscienza e mette in minoranza la sua motivazione all'affermazione di sé - cioè la persona stessa.  *** La persona convinta che esista sempre un altro modo di capire le cose sarà quella più pronta a vedere le cose dal punto di vista dell’altro.  *** L'unico modo per essere se stessi è essere a volte egoisti, incontentabili, ingiusti, capricciosi, contraddittori. Non si può essere non egoisti. Non puoi dirti “Non fare quello, è da egoista”, altrimenti ti smarrisci e ti paralizzi. Nel senso che questo non può essere un principio etico che ti governa. Infatti non può stare che a te soltanto rappresentare "i tuoi interessi" nelle relazioni, esserne il portavoce, cercarne l'affermazione, q

IL LOCKDOWN PER COVID-19 CI HA RESI PARADOSSALMENTE LIBERI DI STARE A CASA

21 maggio 2020.  Uno o due mesi fa, riflettendo sulla mia esperienza e confrontandomi con alcuni colleghi ho messo a fuoco un concetto: con l’obbligo di stare a casa, molte persone sono state finalmente  libere  di stare a casa. Voglio sorvolare qui sugli aspetti più evidenti e devastanti del confino obbligato, che per molti ha rappresentato la rovina economica con tutta l’angoscia che ne consegue. Intendo invece concentrarmi su un vissuto presente in chi, per sua fortuna, non è stato sommerso da tale angoscia. Parlando di libertà di stare a casa, non faccio riferimento al sollievo che qualcuno può aver provato nel prendere una pausa dal lavoro e potere finalmente dedicare un po’ di tempo ai figli o al coniuge o al convivente. Alludo invece alla libertà di stare nel posto in cui, volenti o nolenti, ci si sente più a proprio agio. Non è facile scegliere di stare a casa quando si potrebbe uscire: ci sono voci insistenti e moleste, e dentro e fuori di noi, che invitano a uscire. Nel momen

COSA SI DOMANDA UN PREADOLESCENTE VEDENDO UN SITO PORNO?

Anno 1973. Anna, una bambina di dieci anni, è ospite dallo zio. In soggiorno c’è una bella pila di riviste: un tesoro per lei, che è sempre alla ricerca di fotografie dei suoi cantanti preferiti. Così comincia a rovistare finché non si ritrova in mano una rivista per adulti. Spaventata e incuriosita incomincia a sfogliare furtivamente, stando attenta che non arrivi qualcuno.  Anno 2021. Matteo invece ha undici anni e si sta connettendo a Internet per visitare il sito della sua squadra di calcio preferita. Nel momento in cui avvia il browser, si apre automaticamente la home page di un sito porno. I suoi genitori non hanno pensato di attivare un sistema di protezione. Anche lui è combattuto fra la curiosità e la paura ma prova a dare un sbirciatina. Vede dettagli di corpi umani alle prese con attività di cui aveva già sentito parlare ma che non immaginava così. Poi, sentendosi troppo turbato, spegne il computer e va a farsi una bella pedalata. Nei giorni successivi alla mente dei due bam

Gelosia, solitudine e paura di non saper giudicare le persone

La gelosia è un complesso di sentimenti, pensieri e azioni. Tra i sentimenti in gioco c’è la paura. Questa paura riguarda una serie di pericoli.  Uno dei pericoli in gioco è quello di scoprire di avere riposto male la propria fiducia. “Non dirmi che ho fatto male a fidarmi di lui/lei!”. Poco importa se questa fiducia è stata una scelta ponderata - operata dopo avere osservato la persona in questione per un periodo sufficiente a un giudizio sensato, o magari persino dopo averla messa alla prova - o se invece non si è potuto fare a meno di fidarsi della persona in questione, nel senso che ci si è scoperti legati a lei senza nemmeno rendersi conto chiaramente che questo legame si stava creando, che l’importanza di questa persona nella propria vita stava crescendo poco a poco.  Quello che conta è che a un certo punto si conta su di lei o per dirla con altre parole si fa affidamento su di lei. Inconsciamente si crede o si spera di conoscere qual è il proprio posto nel suo cuore, quanto lei