L’ascolto da parte di un'altra persona, in modo simile alla scrittura del diario o alla descrizione dei propri pensieri e sentimenti più profondi (alla maniera suggerita, per es., da J. Pennebaker, Scrivi cosa ti dice il cuore , Erickson), permette di costruire un nuovo livello di consapevolezza. Essere ascoltati dà la possibilità di scoprire che cosa si pensa. Dà la possibilità di unire in un racconto coeso, o perlomeno in frasi, quelli che erano fino a quel momento pensieri sparsi, impressioni. Non di rado dopo avere detto una cosa mai confidata a nessuno ci si stupisce di ciò che si è detto. Ci si stupisce di pensare ciò che si pensa e di provare ciò che si prova. Questo è segno che quei pensieri, pur essendo propri, sono organizzati ora in una forma nuova . Ora si possono avere dei pensieri intorno a quei pensieri (che tra l’altro in questo processo si sono chiariti o perlomeno hanno preso una forma più definita di prima, una forma tra le varie possibili). Quindi quei pensi
La paura e lo stress possono indurre a ricercare la quiete. La casa in un certo senso è il simbolo di questa calma ristoratrice. Quando si chiude la porta di casa, si stacca il telefono e si decide di non rispondere a nessuno, ci si chiude in un guscio protettivo. Il massimo è chiudere anche le serrande. Il buono è tutto dentro, la fatica e la sofferenza restano chiusi fuori, con le luci, le parole, il movimento, gli impegni e i rumori. In casa tutto è fermo e silenzioso, tutto è noto e benigno. C’è l’ambiente ideale per ristorarsi: cibo da mangiare, un letto morbido dove accoccolarsi. Si può seguire il filo dei propri pensieri, analizzare ciò che all’esterno ci ha travolto. Si può iniziare un libro e richiuderlo, accendere la TV e cambiare canale, se gli stimoli diventano eccessivi. Per questo il vicino rumoroso diventa un mostro. Anche la routine ha questo effetto riposante. I rituali e le azioni che si ripetono quotidianamente allo stesso modo creano un mondo prevedibile in cui n