Passa ai contenuti principali

Gelosia, solitudine e paura di non saper giudicare le persone

La gelosia è un complesso di sentimenti, pensieri e azioni. Tra i sentimenti in gioco c’è la paura. Questa paura riguarda una serie di pericoli. 


Uno dei pericoli in gioco è quello di scoprire di avere riposto male la propria fiducia. “Non dirmi che ho fatto male a fidarmi di lui/lei!”. Poco importa se questa fiducia è stata una scelta ponderata - operata dopo avere osservato la persona in questione per un periodo sufficiente a un giudizio sensato, o magari persino dopo averla messa alla prova - o se invece non si è potuto fare a meno di fidarsi della persona in questione, nel senso che ci si è scoperti legati a lei senza nemmeno rendersi conto chiaramente che questo legame si stava creando, che l’importanza di questa persona nella propria vita stava crescendo poco a poco. 

Quello che conta è che a un certo punto si conta su di lei o per dirla con altre parole si fa affidamento su di lei. Inconsciamente si crede o si spera di conoscere qual è il proprio posto nel suo cuore, quanto lei ci tiene a noi, a non perderci, ad avere il nostro rispetto e la nostra stima. 

Perché scoprire di avere risposto male la propria fiducia è un pericolo? Perché è un’eventualità che può far vacillare la sicurezza con cui ci muoviamo nel mondo sociale, rivelare la presenza di gravi errori nella nostra mappa del mondo sociale. Questo “errore” può evidenziare un difetto nella nostra capacità di valutare le persone, di capirle, di conoscerle, di prevederne le mosse. Il sospetto di non essere in grado di capire di chi ci si può fidare può far dubitare della propria capacità di muoversi con sicurezza nel mondo dei rapporti con gli altri. 

Il problema è grave perché potremmo non avere idea di quale sia stato il nostro errore di valutazione. Se fossimo traditi avremmo il problema di capire che cosa non va nella nostra capacità di valutare.

E a noi piacerebbe poterci fidare degli altri; se non poter credere di vivere in un mondo buono e giusto, ci piacerebbe perlomeno saper discernere le persone leali da quelle sleali, o più precisamente essere in grado di capire in quali circostanze una persona può comportarsi in modo sleale.

In amore, purtroppo, potremmo trovarci di fronte a una persona che insegue impulsivamente i suoi sogni di felicità senza curarsi degli impegni già presi in modo esplicito o implicito con altri.

Quando si subisce un tradimento - indifferentemente, “reale” o percepito come tale - poi si fa fatica a fidarsi di nuovo di qualcuno. Proprio perché viene messa in crisi la fiducia nella propria capacità di giudicare, e con essa la stima di sé. 

La ferita narcisistica può essere molto grave. La fiducia ricostruita non è solida come quella dell’ingenuità, della verginità, del candore, della mancanza di ferite. Ora si insinua il sospetto. E questo sospetto partecipa al complesso della gelosia. “Non dirmi che ho fatto male un’altra volta a fidarmi!”. E davanti alla minaccia di un nuovo tradimento si risveglia anticipatoriamente il sentimento del disorientamento, della mancanza di riferimenti per giudicare le persone e le relazioni, quei riferimenti indispensabili per la nostra vita.

In gioco c’è anche la paura dei giudizi che daremmo su di noi qualora emergesse che si è ricaduti nell’errore di fidarsi. In primo luogo la mancanza di fiducia genera un grande senso di solitudine o, si potrebbe dire con Irvin Yalom, ci riporta alla nostra irriducibile condizione umana di solitudine. In più, se concludiamo che abbiamo fatto male a fidarci penseremo di noi stessi che siamo ingenui, boccaloni, tanto dipendenti dagli altri da cadere nei loro tranelli pur di essere in relazione. E questo, osserverebbe forse James Hillman, sarebbe il peggior tradimento, il tradimento di noi stessi, perché disprezzeremmo il nostro umano bisogno di relazione. 

© Gabriele Lo Iacono, 2021

Commenti

Post popolari in questo blog

Aforismi sul lato oscuro dell'amore

Nella coppia la persona più consapevole e coscienziosa è svantaggiata rispetto al partner. Essa prima è divisa: accanto alla motivazione ad affermarsi (la sua volontà) ha una coscienza che le si contrappone, dicendo: “Non è giusto essere egoisti!". Il partner si allea con la sua coscienza e mette in minoranza la sua motivazione all'affermazione di sé - cioè la persona stessa.  *** La persona convinta che esista sempre un altro modo di capire le cose sarà quella più pronta a vedere le cose dal punto di vista dell’altro.  *** L'unico modo per essere se stessi è essere a volte egoisti, incontentabili, ingiusti, capricciosi, contraddittori. Non si può essere non egoisti. Non puoi dirti “Non fare quello, è da egoista”, altrimenti ti smarrisci e ti paralizzi. Nel senso che questo non può essere un principio etico che ti governa. Infatti non può stare che a te soltanto rappresentare "i tuoi interessi" nelle relazioni, esserne il portavoce, cercarne l'affermazione, q

Il peggiore, dico, IL PEGGIORE di tutti i mali

Ho paura delle guerra. Provo pena e orrore per tutti coloro che sono costretti ad allontanarsi dalle loro case, dal posto in cui vivono, dal lavoro, dagli amici, dai parenti, dalle abitudini rassicuranti per rifugiarsi in posti sconosciuti, in mezzo a mille privazioni, incertezze, difficoltà, nel dolore, nella rabbia, nella nostalgia. Persone che quando torneranno nella loro terra - se e quando lo potranno fare - non la riconosceranno più. Probabilmente vivranno nella povertà, nella fatica, nel dolore, nel lutto, nella rabbia, nel risentimento. Qualcuno troverà insopportabile tutto questo e si lascerà morire o si ammazzerà. Qualcuno si vendicherà come potrà. Provo ancora più pena e orrore per coloro che non hanno neppure questa possibilità e che restano sotto le bombe o alla mercé dei soldati invasori. Con loro non posso neppure immedesimarmi, è troppo doloroso, è sconvolgente pensare al terrore, al dolore fisico, alle menomazioni, alle eventuali crudeltà e torture, alla morte. Per

Viva le relazioni! Purché siano reversibili…

Oggi, secondo il sociologo Zygmunt Bauman (Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi, Laterza, 2005), ci si trova di fronte a un paradosso: da un lato si cerca la sicurezza e il conforto del rapporto con gli altri, ci si sente ansiosi di "instaurare relazioni"; dall'altro si ha paura di restare impigliati in legami stabili, per non dire definitivi, perché non si è più disposti né capaci di affrontare le inevitabili tensioni e gli oneri connessi a un qualsiasi rapporto di lunga durata.  Cosa spinge un uomo e una donna a ricercare un amore temporaneo, da consumare senza troppi doveri o responsabilità? Il bisogno di relazioni Il bisogno di relazioni è particolarmente forte nella nostra società perché l'uomo moderno è solo e insicuro. Il mondo intero si trasforma in continuazione e così rapidamente che spesso ci troviamo spaesati. Si crede di meno alla razionalità e alla scienza e ci si rifugia nella magia. A fianco delle tradizionali religioni occidentali stann