La ricerca di un nuovo senso a metà della vita


Quali sono gli obiettivi a lungo termine, le spinte organizzatrici della vita, della persona media nella nostra società? Portare a termine gli studi, trovare un lavoro, un compagno o una compagna di vita, trovare casa, mettere al mondo dei figli e allevarli.

Le persone fortunate a quaranta-cinquant'anni hanno ottenuto tutto ciò. Molti hanno realizzato questi loro sogni. Questo fatto può rendere soddisfatti ma, si sa, la soddisfazione è uno stato d'animo passeggero. L'animo umano è fatto per desiderare sempre di più.


Se i sogni servono a dare energia ed entusiasmo, la realizzazione di un sogno può lasciare un terribile senso di vuoto. Cosa si può cercare ancora nella vita quando si ha una casa, un lavoro, una persona amata e che ama, dei figli più o meno sani capaci e felici? Certo, i figli richiedono sempre attenzioni ed energie e possono dare sempre nuove soddisfazioni (accanto a preoccupazioni e delusioni). Ma occuparsi dei figli e del loro futuro può non essere sufficiente a dare un senso di pienezza del vivere. E il passaggio dalla realizzazione dei propri obiettivi alla soddisfazione indiretta dell'aiutare i figli a raggiungere i loro obiettivi può non essere facile e immediato, specialmente negli uomini. Questo può essere il nuovo senso della vita, ma prima di arrivare a capirlo si può attraversare un lungo e penoso senso di perdita, inutilità, mancanza di entusiasmo.


Anche perché a questa età i figli sono più o meno adolescenti e l'adolescenza dei figli obbliga i genitori a rivedere la propria: il problema del confronto con i pari e la resistenza alle loro pressioni, la propria sessualità, il proprio rapporto con lo studio e il futuro professionale e lavorativo ecc. I dilemmi educativi e le incertezze a cui si trovano di fronte i figli portano i genitori consapevoli a interrogarsi sui fondamenti reali delle proprie scelte: una volta le abbiamo affrontate “condizionati", nel bene o nel male, dai nostri genitori e adulti di riferimento; ora dobbiamo interrogarne il valore per valutare se farci guidare dagli stessi principi nel guidare i nostri figli o se trovare ragioni e valori nuovi da proporre a loro. Anche le richieste di libertà dei ragazzi ci pongono di fronte alle nostre paure, e si gioca un'importante partita dove è in gioco la fiducia nei figli e la sicurezza nella nostra capacità di essergli paradossalmente vicini nei loro esperimenti di autonomia. 


I ragazzi di oggi vivono in un mondo molto diverso da quello in cui siamo cresciuti noi, per una serie di ragioni che qui non c'è spazio di trattare in modo completo e approfondito. Basti accennare alla diffusione dei cellulari con accesso a Internet, ai social, all’intelligenza artificiale. Alla guerra in corso, alla comparsa dei primi gravi danni del riscaldamento globale, l’urgenza di trovare soluzioni che modificheranno radicalmente uno stile di vita che è arrivato al capolinea. La precarietà del lavoro, il drastico calo della qualità dell’istruzione. La sfiducia nella politica e nelle possibilità di veri cambiamenti. La complessità della costruzione della propria identità sessuale…


Così, le persone più fortunate, che hanno potuto raggiungere le mete che si erano prefisse a vent'anni, si trovano a dover cercare nuove ragioni di vita e trovarle può essere tutt'altro che facile.


Molte persone invece non hanno avuto la stessa “fortuna”. E i tempi appaiono ormai stretti per portare a termine i compiti elencati sopra. A quaranta-cinquant'anni trovare il/la compagno/a della vita può sembrare molto difficile. Da una lato l'invecchiamento può farci sentire meno attraenti e desiderabili, e i nostri coetanei non sono più attraenti come fino a qualche anno fa. Chi ha alle spalle una collezione di delusioni amorose vissute come fallimenti, poi, può avere perso fiducia nella possibilità di trovare “la persona giusta”, anche perché con l'esperienza si hanno le idee sempre più chiare sulle caratteristiche del compagno ideale e la cristallizzazione dell'idea del compagno ideale può rendere sempre più selettivi. 


In più a quest'età si è meno disposti a mediare e meno capaci di adattarsi a soluzioni di compromesso.


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