“La struttura della nostra vita muta in ogni istante. La pressione del passato cresce, le possibilità del futuro diminuiscono. Più l'uomo invecchia e meno riesce a sentirsi libero, meno è in grado di trasformare il senso complessivo della sua vita plasmando il proprio futuro. Invecchiando, egli perde non solo il sentimento della libertà, ma in una certa misura la libertà stessa”. (p. 22, riassumendo Max Sheler, Morte e sopravvivenza).
“Il tempo vissuto diviene addirittura più veloce con l'aumentare dell’età. La fugacità del tempo individuale si accresce, e precisamente a seguito di un rallentamento del processo biologico. Perciò l'anno di un anziano è molto più breve dell'anno di un bambino. Nella stessa misura in cui impariamo a dare valore al tempo, una forza cieca sembra derubarci del tempo esperibile” (p. 22, riassumendo Pierre Lecomte du Noüy, Il tempo e la vita)
“L’incertezza umana circa il sopraggiungere della morte è […] ignoranza del proprio destino […] essa stessa un atto nel quale si costituisce tanto una presenza, quanto un'assenza della morte. Mors certa, hora incerta. La morte ha la sua intima dialettica. Essa è per noi presente nell’assenza” (p. 23).