L'autoefficacia e la teoria sociocognitiva di Albert Bandura: una breve introduzione

La teoria sociocognitiva di Albert Bandura riguarda principalmente lo sviluppo di competenze e la regolazione dell’azione. Si ritiene che il comportamento sia in gran parte guidato anticipatoriamente da processi di autoregolazione in cui hanno un ruolo preminente le aspettative di risultato (le conseguenze positive e negative previste per le proprie azioni) e le aspettative di efficacia personale (note semplicemente come autoefficacia, la convinzione di avere le capacità necessarie a eseguire un determinato comportamento o a fornire una certa prestazione).


Albert Bandura
(da https://www.stateofmind.it/bibliography/bandura-albert/)


Diversamente dai teorici del condizionamento operante, secondo Bandura il comportamento è regolato in gran parte internamente (non quindi solo da rinforzi esterni) con la gestione di “conseguenze” autovalutative (orgoglio, vergogna, soddisfazione di sé, autobiasimo ecc.) che dipendono dal conseguimento di certi standard personali – per esempio, dal rispetto di norme etiche, dal successo nell’adeguamento a standard prestazionali e dal raggiungimento di obiettivi o scopi personalmente importanti (vedi per es., Bandura, 1985; 1992; 2000).


Nei fenomeni di cambiamento personale e di regolazione dell’azione, hanno un ruolo fondamentale i processi cognitivi elementari e complessi studiati dalla psicologia generale, sociale e clinica. Le persone scelgono scopi e obiettivi, che motivano e guidano il loro comportamento e che determinano le loro reazioni emotive. Nel perseguire tali scopi e obiettivi fanno piani d’azione, li valutano anticipatoriamente in base a conoscenze e previsioni complesse (fra cui le convinzioni di autoefficacia) e li applicano. In questo processo sono capaci di conoscere, monitorare e regolare le loro azioni e i loro processi mentali (metacognizione). Inoltre, non si limitano solo a ripetere in modo identico modelli comportamentali appresi attraverso la prova, la comunicazione verbale e l’osservazione di modelli reali o simbolici, ma elaborano anche creativamente le conoscenze creando comportamenti originali. 


Si sottolinea inoltre come lo sviluppo e il funzionamento personale siano il risultato della continua interazione fra l’individuo e il suo ambiente sociale reale e simbolico in un preciso contesto storico e culturale. L’individuo modifica il suo ambiente sociale reale e simbolico e ne viene influenzato su più piani e in vari modi, che sono stati studiati empiricamente e concettualizzati. La teoria sistematizza per esempio i risultati della ricerca sui processi di apprendimento osservativo e sui processi di confronto sociale.


Una delle principali variabili nell’ambito della teoria sociocognitiva è l’autoefficacia: la convinzione della propria capacità di organizzare ed eseguire la sequenza di azioni necessaria per produrre determinati conseguimenti. Secondo Bandura l’azione personale dipende più dalle convinzioni sulle proprie capacità che non dalle caratteristiche “reali” delle capacità personali.


Quando la convinzione della propria capacità di eseguire adeguatamente un certo comportamento (o di ottenere una certa prestazione) è debole, tale comportamento verrà evitato o messo in atto meno frequentemente, con meno ambizione, con poca determinazione, con scarsa perseveranza – specialmente di fronte a difficoltà e insuccessi – con alti livelli di stress e sofferenza emotiva e in definitiva con risultati complessivamente peggiori. Un forte senso di efficacia personale dà luogo invece a un modello di funzionamento cognitivo, comportamentale ed emotivo di segno opposto (si veda la tabella sottostante).


Conseguenze del livello di autoefficacia

Autoefficacia debole

Autoefficacia forte

Scelta di attività “facili”

Scelta di attività “difficili”

Scelta di obiettivi bassi

Scelta di obiettivi ambiziosi

Atteggiamento verso i compiti difficili

  • Evitamento/insuccesso
  • Vissuto di pericolo (stress e ansia)
  • Concentrazione su: propri limiti, possibili ostacoli, possibili conseguenze negative
  • Ripiego su compiti percepiti come più facili (depressione)
  • Approccio/successo
  • Vissuto di “sfida da vincere”, sensazione di essere “carichi”
  • Interesse intrinseco, impegno forte e costante, e concentrazione sul compito
  • Senso di controllo (euforia)

Reazioni davanti agli ostacoli durante l’esecuzione del compito

  • Rinuncia
  • Riduzione dell’impegno, pochi tentativi
  • Perseveranza
  • Aumento dell’impegno, sforzi costanti

Reazioni a insuccessi e battute di arresto

  • Attribuzione interna a un fattore incontrollabile: “non sono portato/a”
  • Calo di autoefficacia e recupero lento
  • Attribuzione interna a un fattore controllabile: “Non mi sono impegnato abbastanza”, “Devo solo acquisire conoscenze/abilità”
  • Recupero veloce dell’autoefficacia

Le convinzioni di efficacia influiscono sul modo in cui le persone costruiscono le situazioni nonché sul tipo di scenari che prevedono e di situazioni future che immaginano. Le persone che hanno un senso di efficacia elevato ravvisano nelle situazioni delle opportunità realizzabili e immaginano scenari di successo che forniscono una guida positiva per l’azione. Coloro che si giudicano inefficaci, invece, tendono a costruire le situazioni caratterizzate da incertezza come rischiose e sono inclini a immaginare scenari di insuccesso.


Bandura A. (a cura di) (1996), Il senso di autoefficacia. Aspettative su di sé e azione, Erickson, Trento.

Bandura A. (2000), Autoefficacia. Teoria e applicazioni, Erickson, Trento.

Bandura A. (2001), Social Cognitive Theory of Mass Communication, “Media Psychology”, 3, 3, 265-299.

Bandura A. (2018), Disimpegno morale, Erickson, Trento.


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