"Istante di eternità": sottolineature del libro Cinque meditazioni sulla morte di Francois Cheng


“Se è l'enigma della morte ad averci spinti a venire [alla conferenza di stasera], è perché ognuno di noi è portatore di una storia colma di sogni e di necessità, di prove e di sofferenze, di interrogativi e di speranze. Ognuno desidera confrontare la propria esperienza con quella degli altri, persuaso che una verità di vita possa sorgere da ciò che i cinesi chiamano il soffio del Vuoto mediano, il soffio originato dall'autentica intersoggettività. Eppure sappiamo che, cercando questa verità di vita, non potremo aspettarci una risposta semplice, sintetizzata in un teorema, poiché constatiamo che le nostre vie sono sempre in divenire, così come lo è l'avventura della vita stessa. Infatti non otterremo la Verità, che non può essere posseduta, ma ciò che ci preme innanzitutto, ossia essere veri. Quando si è veri, si ha almeno una possibilità: non di avere la Verità, ma di essere nella Verità. Disarmati e senza presunzione, poniamoci dunque di fronte alla difficile sfida che ci si presenta”. (p. 38)

“Nel dialogo fondato sulla simpatia, disseminato di imprevisti e sorprese, chi parla non sa quello che dirà il suo interlocutore; non sa neppure ciò che dirà egli stesso una volta che l'altro si sarà espresso. Così si procede passo dopo passo verso l'ignoto della mente, verso la risonanza delle anime, verso un in-finito aperto. E c'è un miracolo in più: fra gli esseri caratterizzati dalla finitezza scaturisce una gioia che è propria dell’infinito. Così proviamo la confusa sensazione che quella verità di vita appena evocata debba celarsi in questo via vai senza fine…


Il fatto innegabile e irrevocabile è questo: nulla può più fare in modo che noi non siamo qui. È vero, tutto ci scivola fra le dita. È vero, non possiamo trattenere nulla. Ma possediamo una cosa, che non è di poco conto: l’istante. L'istante di vera vita, come in questo momento. Ne siamo certi quanto siamo certi del fatto che un giorno moriremo. Accanto alla certezza della morte vi è in noi questa certezza di essere padroni dell'istante di vita… un momento saliente nello svolgersi della nostra esistenza, un'ondata che sovrasta il vortice del tempo …


L’istante è un'istanza dell'essere in cui la nostra incessante ricerca incontra improvvisamente un’eco, in cui tutto pare offrirsi di colpo, una volta per tutte. La paradossale espressione 'istante di eternità' traduce proprio questa privilegiata esperienza. Così parlò Friedrich Nietzsche… 'Posto che diciamo di sì a un unico istante, con ciò abbiamo detto di sì non solo a noi stessi, ma a tutta l’esistenza. Perché nulla sussiste isolatamente, né in noi stessi né nelle cose; e se la nostra anima, come una corda, ha vibrato e risuonato di felicità anche solo una volta, tutte le eternità furono necessarie per determinare quest'unico accadimento - e tutta l'eternità è stata, in quest'unico istante della nostra affermazione, approvata, redenta, giustificata e affermata'” (pp. 39-40).