Vivere il presente: la mindfulness e Sant’Agostino

Sant'Agostino nel dipinto di Rubens

Qui e ora. Hic et nunc. Il presente, questo tempo così sfuggente, è l’unico momento in cui possiamo vivere veramente, proteggendoci tra l’altro dai rimpianti o pentimenti per il passato e dalle ansie per il futuro. Oggi questo concetto, che sta al centro della pratica della cosiddetta mindfulness - proveniente dall’India buddista attraverso gli USA - si è diffuso a tal punto che ce lo ritroviamo nei reel di Facebook. È diventato un luogo comune.

La pratica della meditazione di consapevolezza aspira proprio a portarci nel momento presente. Avulsa dal suo contesto religioso, è una specie di tecnica che mira a produrre nell’inattività uno stato di concentrazione che è possibile raggiungere naturalmente in una miriade di attività, forse in qualunque attività in cui sia coinvolto il movimento del corpo, meglio se coordinato con il movimento del pensiero.


Oggi, nella lettura de L’esperienza della morte del filosofo Paul Ludwig Landsberg, scopro con sorpresa che Sant’Agostino, che io non ho ancora letto, ha trattato nelle sue Confessioni la tematica dell’angoscia connessa all’impossibilità di dimorare nel presente.


Sant’Agostino, "questo profondo teorico della vita mistica, forse il più efficace che l'Occidente abbia avuto, questo scrittore copioso che, dopo le Sacre Scritture, ha esercitato il più potente influsso sul linguaggio mistico dell'intero Occidente" (L’esperienza della morte, p. 94).


Il nostro modo di vivere il tempo, in cui “il passato consuma il futuro prima ancora che un'esistenza presente possa realizzarsi nella durata” (Ibidem, p. 86), è nel nostro vissuto una continua esperienza di morte. Infatti, "l'istante, unico luogo e unica opportunità di ‘presenza sulla terra’, e dunque unica opportunità di un'esistenza reale, scivola nel tempo e attraverso il tempo: ‘Da ciò che ancora non è, attraverso ciò che non ha estensione, in ciò che già non è più’” (p. 87). La vita terrena dell'uomo è in tutto e per tutto mortale, osserva Landsberg illustrando il pensiero di Sant’Agostino. La temporalità di questa vita è tale che in essa non può costituirsi nessuna presenza reale. In ogni istante il mondo va in rovina.


In concreto, osserva Agostino, non esiste il tempo uniforme, ma esso si dispiega continuamente nei tre tempi, e questi tre aspetti inseparabili appartengono all'anima, corrispondono a tre facoltà dell'anima: memoria, intuizione (contuitus) e attesa. Quando l’anima è nel presente, potremmo dire, è contuitus, cioè, traducendo dal latino, “sguardo”, “contemplazione”, “osservazione”, “vista” o, in senso figurato, "considerazione".


A questo punto lascio parlare lo stesso Landsberg:


L’inquietudine dell'anima umana è protesa incessantemente verso il futuro e a ogni istante si lascia dietro il passato, oltrepassando subito un possibile presente. Questa inquietudine e questa instabilità non sono solo i fondamenti del nostro sentimento del tempo, ma viziano la radice stessa, il fondamento vitale che configura questo mondo in quanto tale (saeculum). È questa inquietudine dell'anima a produrre la mobilità senza limiti del nostro tempo concreto. Questo tempo, che dal passato attraverso un immaginario presente si muove verso il futuro, questo tempo siamo noi stessi, nella misura in cui non prendiamo parte all'eternità. Dall’altro versante, invece, l'eternità è nella sua essenza identica a Dio. Essa è al tempo stesso stabilità e pura presenza. L'intenzione, la tensione pura e durevole dello spirito verso il suo oggetto presente, pone l'eternità, mentre la «distensio», la distensione dello spirito umano tra memoria, intuizione e attesa, segna una diminuzione dell'essere e il passaggio dalla pura e durevole eternità del presente al tempo mortale di questo mondo (ibidem, pp. 87-88).


La mindfulness, o presenza mentale o consapevolezza del presente, raggiungibile con la concentrazione, ma sempre sfuggente, è un'esperienza mistica. Il presente dà accesso all’eterno, al Dio cristiano. Ce lo dice Agostino nella sua descrizione dell’istante di presentimento mistico di Ostia Tiberina: 


Con un rapido sguardo dello spirito attingiamo l’eterna sapienza, che permane al di sopra di tutte le cose; e se ciò si prolungasse e altre visioni di tutt'altro genere si allontanassero, e questa sola ci rapisse e ci assorbisse e suscitasse gioie interiori in chi la contempla, così che la vita rimanesse per sempre com'era in questo momento di coglimento spirituale al quale avevamo sospirato, non sarebbe questo l’"entra nella gioia del tuo Signore?” (ibidem, p. 95).



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